Gli ultimi dati
L’afflusso in massa di turisti cinesi e indiani – fattore di cui il Ministero del turismo thailandese si è sempre vantato – ha contribuito a compromettere l’appeal della terra dei sorrisi per gli occidentali, abituati a un turismo più minimalista, insofferenti a farsi intruppare in mega gruppi al seguito di una guida-sergente munita di bandierina colorata.
Secondo thaivisa.com, dal 2016 al 2018 la presenza di espatriati stranieri è calata del 6% e i nuovi arrivi sono rappresentati soprattutto da ultra sessantenni; solo il 20% degli espatriati ha meno di 50 anni, il 2% meno di 30. In sostanza, in Thailandia si viene sempre meno per lavorare.
Il turismo cinese
L’affondamento di due motoscafi carichi di turisti cinesi al largo di Phuket – fatto risalente a luglio 2018 e coperto dai media intenti a glorificare le gesta dei soccorritori dei dodici ragazzi intrappolati nella grotta nei pressi di Chiang Rai – ha contribuito a minare la reputazione della Thailandia: i 47 cinesi morti pesano più sui dati ufficiali dell’industria turistica che sulle coscienze dei vettori di trasporto. Detto ciò, si stima che nei prossimi mesi il turismo cinese subirà una flessione del 5%: visti i numeri che muove la Cina, ciò si traduce in un milione di turisti in meno circa.