Progettare, programmare, prevedere: la cultura occidentale ci ha insegnato a vivere pensando al domani, ma il Covid19 ha dimostrato che i nostri piani, per quanto ben articolati che siano, possono saltare.
L’impermanenza
E’ una delle più grandi lezioni del buddismo: nulla è eterno. Prendere coscienza dell’impermanenza della realtà è una delle chiavi per evitare il dolore. Affezionarsi troppo a cose e persone porta inevitabilmente a soffrire perché nessuna entità è destinata a durare all’infinito. Nel caso specifico, “fissarsi” troppo su un progetto di futuro ha portato molti a soffrire dopo aver realizzato che tutte le loro aspettative sono state frustrate da un evento imprevedibile quale è stata la pandemia.
E’ saltato tutto
Il Covid19 ha travolto la vita di tutti. Non solo sono saltati i piani aziendali, gli investimenti privati e i bilanci degli stati, ma anche le economie domestiche. Migliaia di persone si sono trovate a lavorare a stipendio ridotto, in molti hanno perso il lavoro o non hanno ottenuto il rinnovo contrattuale promesso. Le conseguenze sono state e sono tuttora drammatiche, anche a livello psicologico. E’ saltata persino la scuola, che prosegue a singhiozzo con effetti devastanti per studenti e genitori che la stanno vivendo in prima persona.
Ciò che è stato scombussolato più di ogni altra cosa sono state le abitudini di ognuno di noi. Sono saltate le ferie, ma anche le banali occasioni ricreative fatte di caffè al bar, cene tra amici, cinema, scampagnate in bicicletta, gite fuori porta e visite ai parenti. La pandemia di Covid19 ci ha impedito di programmare tutte le micro attività che, fino a un anno fa, rientravano nella quotidianità della vita.
Cosa dice il buddismo
Secondo la dottrina buddista ci sono due cose che non si possono cambiare: il passato e il futuro. Il primo, perché è accaduto; il secondo, perché non è prevedibile. Occorre vivere di più il presente, questo sostiene la filosofia di Siddharta Gautama, il primo Buddha.
La lezione del Covid19
Questa la grande lezione del Covid19. Mentre nella società occidentale ci hanno insegnato a vivere programmando il futuro, il Covid19 ci ha insegnato che pensarci troppo può generare sofferenza. Attaccarsi troppo a un’idea di futuro ha generato in molti un profondo senso di frustrazione e sconforto perché in quel progetto avevano riposto tutta la loro felicità.
Nessuno sa quando il momento infelice che stiamo vivendo finirà, ma una cosa dovremmo averla imparata: a godere di più del presente perché, nonostante il razionalismo che permea la nostra cultura affermi il contrario, il futuro non è affatto nelle nostre mani.

Il mio primo impatto con il sud-est asiatico risale al 2010, e fu devastante.
Due anni dopo ci tornai per un lungo viaggio a cavallo di sei Paesi. Doveva essere solo un’esperienza rigenerante e invece finii per scavare dentro me stesso.
Quei sei mesi cambiarono la mia vita.
interessante approccio, non necessariamente condivisibile, ma comunque interessante
Grazie